Novità

                                                                                      Dicembre 2015

Cari amici,

il 4 febbraio prossimo partirò per l’India,  dove rimarrò un mese con i nostri bambini.
Al mio ritorno vi aggiornerò sulle novità, su come sta andando il nostro progetto e su quello che sarò riuscita a realizzare con il vostro aiuto.

Se avete piacere che recapiti qualcosa al vostro bambino/a, fatemelo sapere. Nei limiti del possibile (sapete che il peso del bagaglio permesso in aereo è limitato) cercherò di accontentare le vostre richieste.Oppure, fatemi sapere se preferite che io compri qualcosa direttamente in India, che sarebbe la soluzione migliore: quando sono là accompagniamo in città per lo shopping i bambini che così hanno modo di scegliere quello che desiderano. In genere mi chiedono abbigliamento; per farvi un esempio, con 20 euro possiamo comprare un vestitino e dei sandali per una bambina oppure un paio di scarpe, un jeans e una maglietta per un maschietto.

INDIA - CIRCA 1976: timbro stampato da India, mostra donna con un cestino, tronco, circa 1976 Archivio Fotografico - 16223742

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Grazie per la preziosa collaborazione.
Cari saluti
Loredana

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Smiling Children’s Home, 10 marzo 2015

Cari amici,


eccomi ancora a voi dopo un lungo silenzio, dovuto a un anno difficile per me, il 2014, in cui ho avuto problemi personali e famigliari. Per fortuna, adesso sta andando tutto a posto.

Vi sto scrivendo dalla mia camera alla Smiling Children’s Home: sono infatti ancora in India dove sono rimasta 2 mesi vivendo con i nostri bambini. Fra qualche giorno ripartirò per l’Italia, lasciando qua una parte del mio cuore e portando con me tutte le emozioni, le gioie e i dispiaceri che ho condiviso con i nostri bambini. Come farò a dimenticare Samuel? Un ragazzino di 16 anni, che al mio arrivo non era qui, né lui né il fratellino minore Elisha. Sono orfani del padre e la mamma fa un po’ di pulizie in giro per le case. Ho indagato e ho scoperto che Samuel è balbuziente, i compagni di classe le prendevano in giro e quando lui non è stato più capace di sopportare le continue umiliazioni, è tornato a casa. Elisha, che ha sempre vissuto con lui, lo ha accompagnato. Sono andata a trovare la mamma, che è una brava persona e che conosco da anni. Era disperata, perché con i pochi soldi che guadagna non riesce a mantenere i figli né a mandarli a scuola. E poi, quando è al lavoro, cioè dalla mattina alla sera, i figli sono in mezzo alla strada, vulnerabili, esposti a ogni genere di pericoli, condannati a svolgere sempre e solo lavori poco qualificati, a vivere nella povertà. Lei ne era perfettamente consapevole e sperava che i figli cambiassero idea e tornassero da noi. Devo dire che, rispetto a qualche tempo fa, la relazione fra scuola e famiglia è cambiata in meglio, almeno nella mia esperienza diretta. Fino a qualche anno fa parecchie famiglie venivano a ritirare i figli una volta diventati grandicelli (12 o 13 anni), per mandarli a lavorare: a causa del salario troppo basso del padre, per la morte o la malattia di un genitore, un indebitamento, o semplicemente la necessità impellente di aiutare la famiglia a nutrire i nuovi nati. Per la singola famiglia, la circostanza di un bambino che lavora si traduce in un piccolo guadagno immediato, ed era quindi una fatica per noi convincerli a rinunciare a questo guadagno per un vantaggio futuro. Ma, se fino agli anni ’90 molti genitori indigenti non mandavano i figli a scuola perché non ne vedevano l’utilità, con le riforme di apertura economica e lo scoppio del boom dell’information technology, la connessione tra scuola e lavoro è diventata evidente. A tutti. E l’istruzione sembra ora essere la chiave per vantaggi futuri, per l’emancipazione economica e sociale della famiglia.
Discutendo a più riprese con Samuel, l’abbiamo finalmente convinto a tornare, con la prospettiva di aiutarlo economicamente, una volta terminato il biennio delle superiori, ad ottenere la patente di guida e diventare autista, che è il suo desiderio: ora i fratellini sono alla Smiling Children’h Home, sono sereni e hanno ripreso a studiare.
Questa è soltanto una delle tante situazioni problematiche che abbiamo affrontato: per raccontarle tutte dovrei scrivere un altro libro!  Per fortuna comunque sono andate tutte a buon fine.


Appena arrivata ho fatto fare a tutti, compreso il personale di servizio, un controllo dell’HIV. In questa zona dell’India l’Aids si sta espandendo e ormai colpisce senza pietà anche il mondo infantile. Nel nostro orfanotrofio non è stato rilevato alcun caso di sieropositività, ma purtroppo abbiamo 3 bambini esterni affetti da HIV, che stiamo cercando di aiutare nei limiti del possibile.
Il responsabile del team che ha esaminato i bambini, dottor Kiran, e con cui ho scambiato due chiacchiere alla fine delle analisi, si è complimentato per l’attività della nostra Associazione dicendo, in sintesi: “E’ bellissimo che un gruppo di italiani come voi si prendano cura di questi bambini così lontani dalla vostra nazione. In India e anche all’estero ci sono ricchissimi indiani che tuttavia si disinteressano totalmente della sorte dei loro connazionali poveri. Voi invece, oltre a preoccuparvi della loro salute, date loro un’educazione che faciliterà il raggiungimento di un titolo di studio e un più facile inserimento nel mondo del lavoro. Qui, nel loro paese, senza sradicarli dalla loro terra e cultura.” L’osservazione mi ha inorgoglito, anche se non è una novità che mi vengano rivolti apprezzamenti del genere. La settimana scorsa, ad esempio, il capo della polizia del nostro distretto appena insediato, durante un giro di ispezione nei paraggi, si è fermato da noi congratulandosi per la nostra volontà di cooperazione e il nostro senso di solidarietà sociale. Ve lo dico perché, siccome siete VOI gli artefici di questa cooperazione, penso vi faccia piacere sapere che, oltre alle famiglie dei nostri bambini, anche le autorità locali apprezzano il nostro lavoro.

E adesso alcune comunicazioni:
- in questi due mesi ho acquisito le informazioni relative alla situazione scolastica dei nostri studenti, che metteremo sul sito dell’Associazione e terremo aggiornate in modo che possiate sempre essere informati. Vi farò sapere quando il tutto sarà pronto.
- Su richiesta di alcuni di voi, l’anno prossimo vorrei organizzare un viaggio in India con un gruppo di genitori adottivi che desiderasse fare questa esperienza. Come periodo avrei pensato a 2/3 settimane nel mese di febbraio (il clima è ottimo e in India è bassa stagione); potremmo visitare luoghi di interesse storico, trascorrere qualche giorno con i bambini alla Smiling Children’s Home e, perché no, concederci una piccola vacanza sull’oceano. Chi di voi fosse interessato mi contatti per telefono o per email entro un paio di mesi: se riusciamo a raggiungere un numero minimo di circa 10 partecipanti, mi attiverò per farvi sapere la spesa del viaggio e il programma dettagliato.

E infine, l’ultima e più importante comunicazione.
Una decisione governativa minaccia di espropriare il terreno dove sorge il nostro orfanotrofio, compresa la stalla con le 20 bufale che producono il latte per i nostri bambini, il pollaio per le galline e le uova e il piccolo stagno in cui alleviamo il pesce. Quando abbiamo acquistato questo terreno il vicino aeroporto era chiuso da 15 anni. Attorno a noi nient’altro che il piccolo villaggio rurale di Apparaopeta e risaie a perdita d’occhio. Pochi anni fa l’aeroporto è rientrato in servizio con pochi voli giornalieri a corto raggio. Le voci relative alla possibile confisca del nostro terreno per un eventuale ampliamento dell’aeroporto si sono accavallate in questi anni, ma fino all’anno scorso non c’era stato alcun atto concreto. Ciononostante non siamo stati con le mani in mano: abbiamo chiesto aiuto ai personaggi politici della zona, abbiamo perfino mandato a Sonia Gandhi la nostra richiesta corredata da tutta la documentazione necessaria e finalmente l’allora governatore dell’Andhra Pradesh, Mr. Rajashekar Ireddy (cristiano!), ci aveva firmato una dichiarazione in cui affermava che, in ogni caso, il nostro orfanotrofio non sarebbe stato toccato. Purtroppo qualche mese dopo il governatore è morto in un incidente aereo: l’elicottero su cui volava è saltato in aria, molto probabilmente a causa di un sabotaggio da parte degli hindu (qui i cristiani non sono ben visti). Ora Vijayawada, la città in cui operiamo, è stata proclamata nuova capitale dello stato dell’Andhra Pradesh, in seguito alla scissione dello stato dell’Andhra Pradesh le cui province a nord sono oggi lo stato separato del Talangana, con capitale Hyderabad.
Come capitale di una nuova nazione, Vijayawada ha necessità di creare nuove strutture, prima fra le quali un grande aeroporto, che verrà costruito estendendo l'attuale.
Non sappiamo ancora di preciso quanto ci concederà il governo indiano, ammesso che ci conceda qualcosa in cambio per l'espropriazione. Ma sicuramente molto meno di quello che ci occorre per acquistare un nuovo terreno e costruire una nuova casa, considerato anche che in questi ultimi tempi i prezzi dei terreni e del materiale da costruzione sono letteralmente triplicati. La notifica che dovremo presto abbandonare la nostra casa (non ci è stato ancora comunicato quando), ci ha buttato ovviamente nello sconforto e abbiamo passato davvero momenti drammatici.


Conosciamo personalmente i nostri bambini e le loro storie; noi tutti, membri dell’associazione e voi genitori adottivi, mettiamo il nostro tempo e le nostre risorse a disposizione dei bambini per semplice amore verso di loro. Nell’arco degli anni abbiamo aiutato molti di loro, buona parte di essi ha completato gli studi, alcuni con risultati di eccellenza, trovato un buon lavoro, una casa e formato una famiglia, ora hanno una vita dignitosa e soddisfacente che non avrebbero potuto nemmeno sognare senza il nostro aiuto. Dobbiamo ricominciare da capo: non ce la sentiamo di abbandonare il progetto e rimandare a casa (per chi ce l'ha) o ributtare sulla strada (da dove li abbiamo raccolti) i nostri bambini. Il nostro primario e urgente obiettivo era perciò di acquistare un acro di terreno (circa 4000 mq) su cui costruire la nuova casa. E proprio in questi giorni la Provvidenza ci è venuta in aiuto: la nonna di padre Joseph gli ha lasciato in eredità una piccola risaia, di circa 1 acro e mezzo, che possiamo utilizzare. La notizia ci ha galvanizzato, ci ha ridato la speranza e la voglia di continuare. Ora ci metteremo al lavoro per raccogliere i fondi che ci serviranno per costruire la nuova casa.


Vi saluto caramente e vi ringrazio sempre per la vostra continua e preziosa collaborazione

Loredana                         

                  

fiore decorativo

francobollo indiano

coccinella

Dicembre 2014

Cari amici,
a metà del gennaio prossimo partirò per l’India, dove rimarrò due mesi con i nostri bambini.


Al mio ritorno vi aggiornerò sulle novità, su come sta andando il nostro progetto e su quello che sarò riuscita a realizzare con il vostro aiuto.

Se avete piacere che recapiti qualcosa al vostro bambino/a, fatemelo sapere. Nei limiti del possibile (sapete che il peso del bagaglio permesso in aereo è limitato) cercherò di accontentare le vostre richieste. Oppure, fatemi sapere se preferite che io compri qualcosa direttamente in India, che sarebbe la soluzione migliore: quando sono là accompagniamo in città i bambini che così hanno modo di scegliere quello che desiderano. In genere mi chiedono abbigliamento; per farvi un esempio, con 20 euro possiamo comprare un vestitino e dei sandali per una bambina oppure un paio di scarpe, un jeans e una maglietta per un maschietto.

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Approfitto per augurarvi un sereno Natale.
Grazie per la preziosa collaborazione.
Cari saluti

Loredana

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Abbiamo preparato una bellissima sorpresa per i nuovi genitori adottivi!

Mario Susara Laboratorio di oreficeria
Con grande sensibilità e generosità Mauro e Martina, titolari del Laboratorio d’Oreficeria Mauro Susara di Lonato (Brescia), ci hanno fatto omaggio di bellissimi gioiellini della “LoveLook” da regalare alle persone che d’ora in poi adotteranno uno dei nostri bambini indiani.

I gioielli sono uno diverso dall’altro e ogni gioiello è formato da due parti a incastro: metà andrà al genitore adottivo e l’altra metà verrà indossato dal bambino adottato in India.

LoveLook : UN MONILE A CUSTODIA DELL’AMORE

“LoveLook” è un esclusivo gioiello di metallo prezioso a forma di lucchetto e una chiave. Un gioiello nato per comunicare un’importante messaggio di valore simbolico tra due persone unite da una forte relazione, un’emozione, una “storia”, un “ricordo” o un sentimento profondo. Indossare un LoveLook non è semplicemente vestire un gioiello, ma significa soprattutto condividere un valore importante insieme all’altra persona che lo indossa con te. LoveLook è un simbolo indissolubile di amore reciproco e di una solidarietà che non ha confini, rappresenta la sicurezza e la protezione che i genitori adottivi offrono ai loro bambini e la gratitudine dei bambini verso i loro genitori adottivi.

Monili LoveLook collegati   Monili LoveLook scollegati

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fiore decorativo

Gruppo teatrale Logo del gruppo teatrale instabile di Londra di Londra

P r e s e n t a

NON É VERO... MA CI CREDO

Libero adattamento dalla commedia di Peppino De Filippo
Regia Carlo di Pamparato

8 - 9 - 10 MAGGIO 2013 ore 19:30

The London Oratory Art Centre

Seagrave Road London SW6 1RX

Parte del ricavato della rappresentazione andrà alla nostra Associazione.

Per acquistare i biglietti del costo di £12 cadauno (incluso il programma) rivolgersi a:

Mariano Bonetto 07760 411 123 mbsepino@hotmail.com

Libreria Italiana 020 7240 1634 italian@esb.co.uk

Istituto Italiano di Cultura 020-72351461 giulia.maione.iic@esteri.it

fiore decorativo

Pozzolengo, febbraio 2013

Cari amici,

eccomi qui anche quest’anno per condividere con voi qualche tratto della mia vita e  parlarvi del bene che abbiamo potuto fare ai nostri bambini grazie al vostro aiuto.

Sono tornata dall’India dove ho trascorso il mese di gennaio, vivendo quotidianamente a contatto con i bambini che risiedono alla Smiling Children’s Home e incontrando quelli che vivono in famiglia. I vostri bambini crescono bene e ogni giorno li vediamo più sereni pur nelle difficoltà estreme della vita in miseri villaggi dimenticati da tutti. Il nostro cuore e le nostre mani li accolgono anche a nome vostro...perché voi avete scelto di non dimenticarli. Questi piccoli villaggi perduti nella campagna del Sud dell’India non hanno voce ma, grazie a voi, donano vita e speranza ai più poveri e a noi i mezzi per farne degli uomini e delle donne degne e un po’ più felici.

Con l'inizio degli anni '90, l'India ha inaugurato un periodo di crescita economica. Tuttavia permane da parte dello Stato indiano l'incapacità di far arrivare la ricchezza alle fasce più deboli e povere della popolazione, portando, negli ultimi 5 anni, addirittura ad un grande aumento della disparità di redditi. Insomma…i ricchi diventano sempre più ricchi e i poveri sempre più disperati. I prezzi continuano ad aumentare e facciamo sempre più fatica a far fronte a tutte le spese ma con le quote di adozione, gli eventi che organizziamo in Italia e con l’aiuto di amici e benefattori riusciamo per adesso a cavarcela.

Abbiamo potuto acquistare una nuova macchina da cucire per il nostro laboratorio di ricamo/sartoria dove il nostro gruppo di ragazze ha lavorato sodo e ha completato la confezione di borse, collarette e fusciacche che presenteremo in Italia per la vendita il 25 maggio prossimo. Parte del ricavo andrà a loro e una parte servirà per potenziare il laboratorio e aiutare altri bambini.

Riusciremo anche a ricostruire parte del muro di cinta del nostro orfanotrofio che è crollato in seguito alle violente piogge monsoniche dello scorso settembre.
La recinzione è importante perché ci mette al riparo dall’intrusione di ladri e malintenzionati.

Grazie al vostro sostegno ogni giorno si compiva un piccolo miracolo: la gita al mare, la corsa con gli aquiloni, la distribuzione di biancheria intima alle ragazze, le macchinine ai più piccoli, le tombolate… e i bambini con gli occhi pieni di gioia.

Quest’anno mi ha accompagnato nel mio viaggio l’amica e mamma adottiva Nicoletta, che ha condiviso con me le emozioni e la vita con i bambini. Vi trasmetto parte del suo diario che ha scritto laggiù.

"È stato il mio primo viaggio in India e non sarà l'ultimo. Da anni lo desideravo poi per vari motivi non sono mai riuscita ad andarci.

Io ho due bambini, Rajesh e Samrajam, di 7 anni il primo e 6 la seconda, ho partecipato a varie feste e alcune volte ho dato una mano per organizzarle ma vivere dall'Italia le emozioni di un'adozione a distanza non é come viverle direttamente sul posto con i bambini.

Finalmente è arrivato il momento e sono partita con Loredana, il viaggio é lungo ma tutto sommato confortevole.
Arrivate all'aereo porto di Vijayawada abbiamo fatto il primo incontro con un ex bambino della Similing, ora é un ragazzino che continua a studiare e per aiutarsi negli studi lavora alcune ore in aeroporto. Un bel ragazzino, ordinato e pulito, che nelle ore libere frequenta una scuola professionale per imparare un mestiere.

Poi ad attenderci a casa abbiamo trovato un gruppetto di ragazzini festosi, ci hanno dato la ghirlanda di fiori e ci hanno abbracciato con affetto e gratitudine.
La sera abbiamo assistito a uno spettacolo di danza organizzato dai ragazzini in nostro onore, per loro ballare per qualcuno e regalare fiori è come rendergli omaggio e dimostrare gratitudine. Dopo il ballo i ragazzini hanno cenato e mentre li vedevo in fila a prendere il cibo con loro piattino di metallo ho pensato ai nostri bambini in Italia... Questi sono qui a piedi nudi, in fila con un piattino di metallo, mangiano sotto una tettoia dormono su un materassino per terra e sono gioiosi! Giocano spensierati, i nostri sono spesso insoddisfatti.
La maggior parte di loro non ha genitori né famiglia, quasi tutti morti in maniera tragica eppure sono sereni, hanno occhi brillanti grazie alla loro indole e al nostro aiuto.

I villaggi poveri sono ancora fatti di capanne di terra con pareti di rami di palma e tetto di paglia, hanno a mala pena un fornello e spesso non hanno nemmeno i letti. I bagni sono un optional che non esiste.

Le famiglie dei nostri bambini (quando ci sono delle famiglie) non hanno possibilità di sostentamento e vivono di niente, senza futuro. Forse è per questo che i nostri bambini sono felici perché sanno che grazie a noi avranno un futuro.

Ogni giorno rimanevo sbalordita nel vedere come Loredana si destreggia e conosce tutti i bimbi, i posti e le necessità nonché le soluzioni. Non credo sia solo perché va in India da anni, credo sia per il forte amore che prova per i bambini e la gioia di rendersi utile.

Io sono rimasta colpita da una bambina, Rasi, che mi ha presa col suo sguardo magnetico e sorridente, vispo e sereno. È una bambina che non aveva ancora uno sponsor ma viveva alla Smiling da un anno circa perché ha subito un grave incidente: cucinando nella sua capanna la sciarpa del vestito ha preso fuoco e le ha ustionato le braccia ed il petto, é stata curata per mesi e ora sta bene. Mi ha sorpreso la sua forza e la sua volontà, il suo sorriso e la sua serenità nonostante questo incidente e la pelle rovinata. Frequenta l’8^ Classe e i suoi genitori sono malati e inabili al lavoro…ora è mia "figlia" anche lei.

Durante il mio soggiorno ho incontrato i primi miei due "figli" ed è stata un'emozione vederli e sapere che con il mio piccolo aiuto vivono discretamente e studiano. Mi sono sentita orgogliosa di loro! Quando sono partita Rajesh aveva le lacrime agli occhi e mi ha detto "Mamy, I'll miss you".
I bambini sono consapevoli e riconoscenti per il nostro aiuto. Non ci conoscono ma ci vogliono bene in modo naturale come fossimo davvero la loro famiglia.

Le tre settimane passate alla Smiling non sono state semplici ma sono state ricche e le ho passate con naturalezza e serenità, é un modo totalmente diverso dal nostro, non si possono far paragoni o dare giudizi, si può solo aiutare a vivere meglio, cercare di garantire un futuro ai nostri ragazzi ed essere orgogliosi di farlo. Noi tutti abbiamo un bambino al di là del mondo che vive e cresce grazie a noi, dobbiamo esserne felici, loro lo sono.

Spero di incontrarvi durante l’evento di maggio per raccontarvi di più sul viaggio e l’importanza del nostro aiuto ai bambini.

Un caro saluto

Nicoletta "         

Abbiamo aperto un profilo su facebook per la nostra associazione in modo che possiate vedere le foto dei bambini e della Smiling Childrend's Home e rimanere aggiornati sulle attività. Lo trovate cercando “Associazione Lankama”

Augurandovi un anno ricco delle gioie semplici della vita Vi ringrazio per l'appoggio e la fiducia.

Loredana

fiore decorativo

E’ stato pubblicato il libro LANKAMA, edito dalla casa editrice il Filo, in cui la Presidente dell’Associazione narra la propria esperienza in India.

“Loredana incontra l’India, terra che raramente lascia indifferenti, e incontra Lankama, una bimba bisognosa di tutto, di cibo, di vestiti, ma soprattutto di amore. E questo incontro le cambia la vita. Loredana scopre a poco a poco il mondo di Lankama, un mondo piccolo, una vita breve, ma già segnata da drammi profondi, da dolori cocenti, che però sembrano non aver strappato alla bambina l’ingenuità dolce dell’infanzia, il desiderio di guardare il futuro con occhi birichini e speranzosi, pieni di sogni. Combattuta tra il desiderio di portarla con sé in Italia e la consapevolezza di non poterla strappare al suo ambiente, Loredana deciderà di darle i mezzi per realizzare pienamente una vita migliore, la sua vera vita.”

Libro Lankama

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I diritti d’autore del libro saranno devoluti ai bambini della Smiling Children’s Home

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