
Queste sono le lettere che Loredana scrive ai genitori adottivi per aggiornarli sull’andamento del progetto e sulla vita dei loro bambini.

Desenzano, novembre 2025
Cari amici,
eccomi ancora a voi, con il solito bagaglio di informazioni e di emozioni che mi sono portata dall’India dopo un mese trascorso con i nostri bambini.
La permanenza a Vijayawada questa volta è stata faticosa, soprattutto a causa delle condizioni climatiche: piogge torrenziali, l’aria pesante e umida, strade invase dall’acqua e lunghi blackout, raffiche di vento che abbattevano alberi, linee elettriche e danneggiavano case e infrastrutture. Spesso alla Smiling mancava l’acqua e la corrente e grande era il mio piacere quando dal rubinetto usciva l’acqua e riuscivo a fare la doccia, oppure quando il ventilatore funzionava, rinfrescando l’aria torrida e afosa nella mia stanza. Momenti di pura gioia.
E in quei momenti verificavo quanto spesso, nella nostra vita quotidiana, ci concentriamo su ciò che ci manca, invece di essere grati per ciò che abbiamo.
E adesso che sono a casa, cerco di portare con me quella lezione ogni giorno: non lamentarmi per ciò che non ho, ma ringraziare per tutto ciò che già ho, non dare nulla per scontato e trovare la felicità nelle cose semplici.
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Anche lavorare con gli indiani è difficile. Laggiù si dice “in India tutto è possibile”, ma è così faticoso confrontarsi con una realtà talmente diversa dalla nostra. Spesso nascono incomprensioni quando entrano in gioco differenze culturali, comunicative e organizzative. Gli stili di comunicazione sono diversi, come ad esempio quel loro modo di dondolare la testa che può significare “sì”, “ho capito”, non necessariamente “sono d’accordo” o “sarà fatto entro quella data”. Qualcuno ha detto che “La conoscenza è indispensabile, ma la comprensione è spesso impossibile”. Come quella domenica, uno dei pochi giorni senza pioggia, in cui ho portato i bambini al mare: pochi giorni prima c’era stato un ciclone e sembra che tre persone fossero annegate. Avvicinandoci alla spiaggia ci si è fatto incontro un poliziotto che, dopo un lungo discorso in telegu, ci ha vietato di entrare in acqua. Mi è sembrato ragionevole, vista la pericolosità dell’oceano. Ma sono rimasta interdetta quando ha concluso: “se però avete un permesso scritto potete entrare”.
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Morale: l’oceano è pericoloso senza un permesso, ma non lo è se hai un permesso! Mah! Naturalmente, dopo che il poliziotto se n’è andato, siamo entrati allegramente tutti in acqua!
I bambini si sono divertiti un sacco, e non è successo niente.

Ho cercato di creare altre occasioni di divertimento. Ho invitato le ragazze grandi a cena al ristorante, abbiamo giocato spesso a tombola in veranda, festeggiato i compleanni, siamo andati al cinema, abbiamo celebrato lo Student Day con premi agli studenti migliori e, per la prima volta, ho portato i ragazzi più grandi a correre sul Go Kart: potete immaginarvi la loro sorpresa e la loro felicità! I momenti di festa e i giochi per i bambini che vivono in un orfanotrofio hanno un valore profondo, non solo come semplici occasioni di divertimento, ma come strumenti essenziali per il loro sviluppo emotivo, sociale e psicologico. Per i nostri bambini che vivono in orfanotrofio, la vita quotidiana è segnata da routine rigide e dalla mancanza di una famiglia stabile. Le feste e i giochi ricreano un’atmosfera familiare e gioiosa, permettendo loro di sentirsi parte di una comunità che li celebra e li sostiene. Feste indiane come Diwali, la festa della luce, che abbiamo festeggiato con disegni, candele, pasticcini e fuochi artificiali, permettono ai bambini di sentirsi parte della loro cultura, anche senza una famiglia biologica. Colorare, danzare, preparare piccoli rituali dà loro un senso di radicamento e continuità. Molti bambini in orfanotrofio non hanno ricordi positivi della loro infanzia. Le feste e i momenti di gioco costruiscono nuove memorie di felicità, indispensabili per un futuro emotivamente più sano. In ogni momento della giornata li vedevo sorridere allegri e riconoscenti per quei piccoli momenti di spensieratezza: da ventotto anni vado in India, e ancora mi meraviglio di quei sorrisi luminosi e mi chiedo come sia possibile essere così felici, pur avendo così poco.
al ristorante con le ragazze delle superiori |
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Spesso qualcuno mi chiede di poter andare in India a fare volontariato, ma alla Smiling non c’è niente di materiale da fare, perché abbiamo uno staff di 13 persone che paghiamo per gestire l’orfanotrofio: l’autista del bus, il guardiano delle bufale, 3 cuochi, 4 donne delle pulizie, un guardiano di notte e uno di giorno, un’insegnante che segue le ragazze nei compiti a casa e uno per i maschi. E rispondo loro:” non c’è bisogno di lavorare, ma semplicemente stare con i bambini, giocare, ridere e festeggiare con loro”. Perché giochi, risate e celebrazioni rompono la monotonia e trasmettono un messaggio centrale: “anche la tua vita merita gioia”. Perché il vero senso dell’aiuto non è solo “dare” qualcosa, ma “stare” con qualcuno. |
Attualmente abbiamo 134 bambini: 62 vivono alla Smiling e 72 nei villaggi vicini.
Tutti continuano a studiare tranne un paio che hanno abbandonato la scuola. Ho incontrato tutti e, quando il clima lo permetteva, li ho portati a fare shopping: quando la pioggia diventava torrenziale e allagava le strade, i negozi chiudevano; in questo caso ho dato direttamente ai ragazzi/e, o alle mamme dei bambini più piccoli, i soldi extra che mi avete affidato prima della mia partenza. Sicuramente li spenderanno con cognizione di causa.
Ho mostrato loro le vostre foto e i video che mi avete mandato e, quando i bambini li guardavano, i loro occhi si illuminavano, perché si sentivano amati, ricordati e parte di una famiglia.
Ho avuto una grande soddisfazione quando, il giorno del mio compleanno, sono venuti a trovarmi, o mi hanno mandato messaggi di auguri, tanti ex bambini che hanno vissuto alla Smiling, ormai diventati uomini e donne.
C’è un’emozione speciale nel rivedere i ragazzi e le ragazze che, negli anni, sono usciti dal nostro orfanotrofio. Ogni volta che tornano a trovarci, portano con sé storie di crescita, di sfide superate e di nuove opportunità conquistate con determinazione. Vederli costruirsi una strada nel mondo, trovare un lavoro, creare relazioni solide o inseguire sogni che un tempo sembravano lontani, è la conferma più bella del valore del nostro impegno quotidiano.
Questi risultati sono il segno concreto che il nostro lavoro va nella direzione giusta.
Ogni percorso positivo testimonia che il sostegno, l’educazione e l’affetto che cerchiamo di offrire lasciano un’impronta reale nelle loro vite. È questo che ci dà la forza di continuare, con la consapevolezza che ogni gesto, ogni parola e ogni attenzione possono contribuire a costruire un futuro migliore per chi si affida a noi.

la Scorpio della Mahindra
Nonostante le condizioni climatiche avverse sono riuscita a raggiungere gli obiettivi che ci eravamo proposti: abbiamo acquistato una jeep robusta che possa affrontare strade difficili, comuni in questa zone rurali dell’India. Ci sarà utilissima per portare i bambini alle visite mediche o ad attività esterne. In situazioni di emergenza, per garantire trasferimenti rapidi verso ospedali, soprattutto durante calamità naturali come alluvioni e cicloni. La jeep è inoltre il mezzo più affidabile per raggiungere i villaggi vicini dove abitano i bambini adottati che non vivono alla Smiling. Adesso dobbiamo concentrare le nostre energie sulla costruzione di una tettoia per mettere la jeep al riparo dal sole rovente e dalle piogge monsoniche.
Dopo aver contattato muratore, idraulico, elettricista e imbianchino per terminare gli ultimi ritocchi, finalmente la nuova cucina è pronta

E tutto questo grazie a voi, genitori adottivi e sostenitori che, con generosità e impegno, avete reso possibile la realizzazione dei nostri obiettivi e avete regalato ai nostri bambini momenti di spensieratezza e di gioia.
Grazie alla vostra sensibilità e alla vostra vicinanza, i bambini possono oggi vivere in un ambiente più sicuro e accogliente.
CON TUTTO IL CUORE, GRAZIE.
E vi ringrazio non solo da parte dei bambini che vi sono immensamente riconoscenti, e da parte di tutti i membri dell’associazione Lankama, ma anche da parte mia, per avermi dato la splendida opportunità di vivere esperienze intense e significative, e di poter offrire un aiuto concreto ai nostri bambini. In ognuno di loro ho lasciato un pezzetto del mio cuore, e da ciascuno ho ricevuto una lezione di vita: la capacità di essere felici con poco, la forza di rialzarsi e la bellezza di condividere.
Un abbraccio affettuoso e riconoscente a tutti
Loredana