Cari amici,
sono appena tornata dall’India, dove ho incontrato i nostri bambini e mi sono informata sull’andamento dei loro studi e su eventuali problemi di salute o famigliari. Nei casi in cui abbiamo rilevato delle difficoltà oppure se ho particolari informazioni da comunicarvi allego a questa lettera un foglio a parte con la descrizione della situazione; se non trovate niente vuol dire che il vostro bambino/a continua regolarmente a frequentare la scuola senza grossi problemi.
I nostri progetti stanno procedendo bene: le ragazze dell’atelier di sartoria si sono perfezionate nel ricamo a mano. In collaborazione con una stilista italiana stanno producendo eleganti bracciali in pelle che cerchiamo di vendere in Italia (potete vedere alcune foto di questi braccialetti sul nostro sito www.lankama.it).
I ragazzi e le ragazze del laboratorio di informatica continuano a lavorare; qualcuno di voi avrà ricevuto la lettera di Natale scritta al computer.
Un gruppetto di ragazzi che ha interrotto o completato gli studi sta prendendo lezioni di guida dal nostro autista su una nostra vecchissima Maruti Suzuky. Quando saranno pronti potranno sostenere l’esame di guida (in India l’esame di teoria non è richiesto!) e prendere la patente. Tutti vi sono molto riconoscenti per quello che state facendo per loro. Mi ha molto commosso un’idea che hanno avuto i ragazzi e le ragazze più grandi, che da tempo stavano pensando a come dimostrarvi tangibilmente la loro gratitudine: organizzare una festa IN VOSTRO ONORE! Detto fatto: abbiamo fissato una data e stabilito il programma. Una domenica padre Joseph ha celebrato la messa nel giardino della Smiling Children’s Home e ciascun bambino ha recitato una preghiera per il proprio genitore adottivo; chi si è rivolto a Gesù, chi a qualche divinità Indu, chi ad Allah, a seconda della propria religione. Ma che importa? Qualcuno sicuramente ci ha ascoltato! Poi abbiamo fatto un pic nic e, alla fine, ognuno ha dedicato al proprio genitore una danza, un pensiero o una canzone. Alla fine, tutti insieme, come tanti soldatini sull’attenti, hanno intonato l’inno indiano per ringraziare anche tutti gli amici italiani che, pur non avendo adottato alcun bambino, da anni ci supportano economicamente. E’ stato per me un momento molto emozionante, avevo le lacrime agli occhi. La sera tardi siamo andati a dormire: loro erano stanchi morti ma immensamente felici, al punto che hanno deciso che ripeteranno la festa tutti gli anni a venire, la terza domenica di febbraio.
I nostri bambini HANNO BISOGNO DI VOI: come diceva Madre Teresa, loro sono “i più poveri tra i poveri”. Tutti leggiamo del boom economico dell'India. Non so esattamente dove sia. Certo, i ricchi accumulano fortune considerevoli, le investono per produrre nuova ricchezza, e diventano sempre più ricchi. I costi continuano ad aumentare: ho verificato che, dall’ultima volta che sono stata in India, lo scorso agosto, i prezzi sono inspiegabilmente triplicati (di tutti i generi, dal riso alla corrente elettrica); per poter tirare avanti, i poveri chiedono prestiti agli strozzini, non riescono a pagare i debiti (che hanno interessi altissimi!) e diventano sempre più miserabili. Alcuni si suicidano.
Senza contare l’assurdo sistema delle caste, che non permette a chi è nato in una casta bassa (come i nostri bambini) di elevarsi socialmente.
Dal 1947 la popolazione e' cresciuta di oltre il 40%. Chi ha viaggiato in India sa che il Rajastan (stato dove vanno maggiormente i turisti) è già un deserto e anche il nostro stato, l'Andhra Pradesh, è per una buona metà desertica. Una volta tutta l'India, con fiumi abbondanti, era coperta dalle foreste. Per cucinare come fanno tutt'ora gli indiani con piccoli fuochi fatti di ramoscelli, un po' alla volta le foreste sono sparite. L'aumento della popolazione ha fatto sì che ci sia bisogno di molto piu' riso. Ogni anno l'India perde dal sottosuolo buona parte dell'acqua dolce per un uso esagerato di acqua per le risaie. I grandi fiumi ossia i grandi letti dei fiumi esistono ancora ma l'acqua viene tenuta in dighe a monte e così chi e' a valle, come noi, non vede l'acqua tranne che durante le alluvioni. Io stessa non mi ero mai resa conto del problema finché non si è prosciugato il nostro pozzo l'anno scorso e aprendo un rubinetto non è uscito nulla.
Questo quadro disastroso non migliora quando passiamo ai rifiuti. In India non esiste il riciclaggio statale dei rifiuti. In città ci sono alcuni bidoni all'aria aperta, molto lontani tra loro, con un fetore terribile sotto il caldo cocente. Una decina di loro vengono asportati al giorno dai pochissimi camion che fanno questo servizio e gli altri vengono svuotati a mano da ragazzi che ci si siedono dentro. L'unico riciclaggio che esiste è un numero impressionante di poveracci che non sanno leggere, scrivere o fare un mestiere che partono tutte le mattine con figli appresso per andare in mezzo ai rifiuti in cerca di questo o quello per rivenderlo in serata. Fanno davvero un grande servizio civile a spese della loro salute e della loro vita. A causa dell'ingente popolazione, tutta l'India affoga nell'immondizia. Il terreno sarà ben presto avvelenato dai rifiuti tossici. Ma nessuno dice niente, sia esso il governo, i comuni o il corpo insegnanti. In questa grande democrazia molti uomini politici sono ex-attori che con la visibilità ottenuta con il loro lavoro riescono facilmente a farsi votare. In genere sono persone di orizzonti culturali modesti che non hanno certamente a cuore l'interesse del proprio paese.
Mi dovete dire se pensate sia possibile con tre quarti della popolazione ai limiti della sopravvivenza, senz'acqua e in mezzo ai rifiuti che ci possa essere un vero boom economico. Tutto quello che leggete nei media non corrisponde a verità. I giornalisti scendono dagli aerei in occasione di qualche meeting internazionale ad alto livello, si fanno un giretto per quattro uffici stranieri, un paio di serate in un albergo di lusso e poi tornano a casa parlando di boom economico. Io non ho MAI visto un giornalista di BBC, CNN o altro qui. Nemmeno per lo tsunami.
Quindi se vi venisse da pensare che forse era meglio aiutare un bambino "in un paese piu' povero", ricordatevi che QUESTO e' il paese al mondo con il maggior numero di poveri e che state facendo la cosa giusta. Solo educando questi bambini si potrà (forse) sanare un disastro di proporzioni apocalittiche.
Grazie per quello che fate e per quello che farete.
Un caro saluto
Loredana